CERAMOSTRATIGRAFIA

 

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Questo resultato è incentrato sullo studio approfondito di oltre tre tonnellate e mezzo di frammenti di ceramica provenienti dal sito di Saint-Blaise/Bains des Dames (cantone Neuchâtel, Svizzera). In questo sito, scavato dal 1986 al 1988, durante la costruzione dell’autostrada A5, sono state messe in luce le vestigia di vari insediamenti successivi sorti nella stessa area, nel corso del Neolitico finale. Il quadro generale di questo studio è definito dai complessi culturali ai quali appartengono gli oggetti riportati in luce, vale a dire i complessi di Horgen, Lüscherz e Auvernier-Cordé. La stratificazione complessa, risultato di questa situazione, ha posto dei problemi molto interessanti agli specialisti.


L’analisi della dinamica della dispersione nello spazio dei frammenti, appartenenti allo stesso recipiente, ha, inoltre, offerto l’opportunità (particolarmente strategica nel quadro di questo sito) di mettere in relazione da un lato gli artefatti e dall’altro il modo di sedimentazione dei depositi che li inglobavano. Siamo dunque partiti dall’ipotesi che i cocci di uno stesso recipiente frammentato avrebbero determinato allo stesso momento sia una superficie specifica che un orizzonte isocrono. Dopo aver accertato quest’ipotesi, ne abbiamo dedotto che questa superficie poteva essere messa in relazione con la superficie delimitata dai frammenti di un altro recipiente, e così via dicendo. Su questo principio fondamentale di osservazioni spaziali si basa la ceramostratigrafia.


Le leggi della ceramostratigrafia riprendono direttamente quelle della stratigrafia archeologica definite da E. C. Harris. Secondo questo approccio le relazioni tra montaggi si esprimono tutte sulla base di quattro configurazioni le cui regole sono semplici (vale a dire a al di sopra di b; b al di sopra di a; a e b confusi; a e b indipendenti). I due primi casi costituiscono le fondamenta della stratigrafia; il terzo permette di raggruppare i pezzi rimontati in unità più vaste, gli assemblaggi. Quest’ultimi definiscono a loro volta degli orizzonti di accumulazione di prodotti ceramici contemporanei fra di loro. Quando il numero di pezzi rimontati è sufficiente, l’attribuzione cronologica degli assemblaggi permette di proporre una suddivisione più fine della stratigrafia, poiché gli assemblaggi assumono d’ora in poi il ruolo di unità stratigrafiche. Le superposizioni di assemblaggi riuniti nelle varie ceramostratigrafie permettono, per di più, di verificare le basi della crono-tipologia.


Per poter fungere da riferimento cronologico, la ceramostratigrafia dev’essere messa in confronto con altri metodi di datazione – nel caso specifico di Saint-Blaise/Bains des Dames la tipologia, la dendrocronologia e la stratigrafia. La dendrocronologia rientra nella categoria di metodi di datazione detti “assoluti”, poiché grazie ad essa siamo in grado di datare certe strutture quasi all’anno. Lo studio dei rifiuti di taglio, nonché la correlazione tra i pali dei vari periodi e il materiale archeologico ha fornito le basi fondamentali alla dendrocronologia nel quadro del nostro studio. Si è infatti potuto proporre una correlazione funzionale (cronologica) tra le strutture fisse riscontrate sul sito (vale a dire le abitazioni) e le strutture mobili raccolte nel corso dello scavo (i frammenti di ceramica). Scopo di questi confronti successivi era di proporre una datazione coerente a tutti gli assemblaggi.


Per quanto attiene alla stratigrafia, abbiamo dovuto costatare che l’analisi della ceramica basata sulla funzione dei complessi sedimentari, precedentemente studiati, conduce ad un’immagine profondamente diversa da quella ottenuta dalla crono-tipologia, fatto che ci costringe a non riferirci alla correlazione che ne consegue. Siccome non disponiamo di nuovi elementi, questo problema di relazione tra ceramica e complessi sedimentari rimane ancora irrisolto. Ciò nondimeno, la ceramostratigrafia offre, un modello alternativo al deposito degli artefatti e permette, a posteriori, una lettura archeologica della stratigrafia.